Nel concreto si tratta di agevolazioni da corrispondere alle imprese inserite nella lista delle attività “virtuose” nei confronti delle donne: tutela della maternità, iniziative per conciliare tempi di vita e di lavoro vengono valutati positivamente, così come se un azienda assume donne vittime di violenza. Maggiori sanzioni nel caso di molestie, di dimissioni in bianco e di sfruttamento. Sarà poi istituito uno «Sportello Donna» per agevolare l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro. L’obiettivo finale è quello di ridurre il distacco in busta paga tra uomini e donne, attualmente al 3,7% nel settore pubblico e addirittura 20,7% nel privato: una differenza enfatizzata anche da ore in straordinario che spesso le donne non possono accettare di svolgere, da carriere bloccate anzitempo e part-time involontari.
«Dal Veneto è partito un segnale di civiltà e di attenzione per evitare anche la più minima forma di discriminazione», ha commentato il presidente della regione, Luca Zaia. «La parità tra uomo e donna non deve essere materia di discussione ma di atti concreti, e questo lo è. Anche ultimamente sono salite alla ribalta della vita sociale, culturale, economica e sanitaria del Veneto molte grandi donne. Mi auguro davvero che, anche grazie a questo intervento legislativo, questo fenomeno virtuoso possa ampliarsi, senza dimenticare le occasioni che vanno create, per essere colte, nella vita normale, di una persona normale».