2 maggio 2022 Un’assemblea costitutiva della Commissione Pari Opportunità per Legacoop Campania, dopo oltre 10 anni di inattività, partecipata e piena di entusiasmo, dove si è registrato l’intervento di cooperatrici, provenienti soprattutto dai settori sociale e culturale, con un impegno anche diretto nella gestione di attività per la tutela e accoglienza delle donne vittime di violenza, di donne immigrate, vittime di prostituzione e di tratta, di promozione della parità di genere ma anche operanti in settori prettamente maschili, come la raccolta di rifiuti, e di cooperatori (dai settori sociale, cultura e produzione&servizi).
“Sono felice – commenta Annalisa Casino, Presidente della Commissione Legacoop Pari Opportunità Nazionale, che ha concluso i lavori dell’Assemblea – che la Campania sia la prima regione ad aprire ai temi LGBT. Come CPO Nazionale abbiamo ritenuto necessario, dallo scorso anno, rinnovare l’identità della commissione e promuovere la cultura delle pari opportunità per tutti. Quello della Campania è un primo passo importante, con l’augurio che seguano gli altri regionali.”
Eletti, a fine Assemblea, la Presidente e un Vice Presidente della Commissione Pari Opportunità di Legacoop Campania, rispettivamente Statia Papadimitra e Luigi Tammaro, attivista della comunità LGBT.
“Questa Assemblea – dice Anna Ceprano, Presidente di Legacoop Campania – non è stata un mero adempimento statutario, ma nasce dalla voglia di cogliere l’opportunità di stare insieme per condividere l’inizio di un percorso nuovo, per dare all’Associazione uno sguardo diverso, che arricchisca la nostra cultura cooperativa e le modalità di relazione nel lavoro quotidiano delle nostre imprese associate, lavoro interno quanto esterno”.
Il titolo dell’iniziativa, e del documento, sintetizza il punto di arrivo di una prima riflessione, che l’Assemblea ha definito come il punto di partenza di una fase che vedrà operativa immediatamente la Commissione.
Tutte e tutti le/i convenute/i hanno condiviso il documento, sottolineando come le imprese cooperative, al di là dei settori di attività, stanno sentendo il peso, la fragilità e l’incertezza di questo momento storico. Dal 2008 hanno affrontato una crisi globale terribile e, quando sembrava di poter vedere la luce in fondo al tunnel, due anni fa la pandemia ed ora la guerra, una nuova guerra rispetto alla quale tutte e tutti si sono espressi contro, così come è stato sottolineato il no deciso a tutte le altre guerre sparse sul pianeta, frutto della necessità di autorigenerazione del capitalismo.
Con la crisi pandemica, quindi, una prima, atavica evidenza è stata brutalmente chiara e cioè che si era messa in moto una ulteriore, profonda trasformazione del lavoro produttivo e riproduttivo, evidenziando la centralità della riproduzione sociale e mostrando che il modello di produzione neo liberista entra in contraddizione con la riproduzione della vita.
Negli ultimi due anni, infatti, si è accentuata la divisione del lavoro, anche sessuale, che vuole la donna relegata al solito ruolo di cura, all’interno delle mura domestiche, per non parlare dell’aumento delle violenze sul corpo delle donne.
Ma in questa fase è emersa anche una altrettanto atavica e proccupante evidenza, e cioè di come si accentuasse il problema delle disuguaglianze in generale, di come l’impoverimento, la discriminazione, l’invisibilità riguardasse fortemente non solo le donne, ma la comunità LGBTIQ+ , le fragilità in generale, l’umanità tutta.
“Occorrono – dice Statia Papadimitra – non semplicemente sforzi esterni, ma un cambio di paradigma culturale radicale per affrontare una volta e per sempre il problema delle disuguaglianze, a partire da quelle di genere che si sommano a svariate altre disuguaglianze (di reddito, di ricchezza, culturali e altro ancora) con gli effetti di povertà che vanno producendo su una pluralità di fronti, da quello economico a quello politico a quello etico. Le disuguaglianze non sono un dato di natura ineluttabile o impossibile da affrontare”.
Combattere per contrastare la disuguaglianza di genere, lo si spiega nel documento discusso, oggi significa combattere per la libertà di genere che si innesta sulla questione della costruzione dell’identità, compresa quella di genere e dei generi, si è aggiunto, se davvero si vuol essere inclusive e inclusivi.
“Per questo – aggiunge Papadimitra – Legacoop Campania ha assunto come un dovere morale e conseguente ai valori cooperativi quello farsi promotrice attraverso la Commissione Pari Opportunità dell’apertura di uno spazio di riflessione nuovo, dove sperimentare condivisione nelle diversità, dove intrecciare percorsi per costruire azioni virtuose a beneficio del miglioramento della qualità della vita lavorativa e sociale delle socie e dei soci”.
Ma non basta, come è sempre accaduto per il movimento cooperativo, la Commissione ha ritenuto di dover avere una funzione di contaminazione anche al proprio esterno, nelle relazioni e collaborazioni che si creeranno, nell’esempio della concretezza che è lo stile delle cooperatrici e dei cooperatori.
Nel documento si parla di diversity management, come nuovo modello di approccio al mondo del lavoro, in cui la centralità della persona si pone come cambiamento culturale.
Come nella discussione di questi giorni sul PNRR, dove si dice che i pilastri dell’Europa sono tagliati sulla cooperazione, ecco anche per il diversity management occorrerà lavorare a tirare fuori percorsi che sono nel DNA cooperativo. Si dovrà lavorare sul welfare comunitario innovativo, che dia si risposte ma che prima costruisca coscienza e capacità di rivendicazione dei bisogni. Primo fra tutti il bisogno, ma meglio la coscienza del diritto all’emancipazione. “Occorre far emergere un’ulteriore solitudine ‘nascosta’ sul lavoro – dice Luigi Tammaro – che è quella legata all’orientamento sessuale e all’identità di genere delle/ei lavoratrici/ori LGBTIQ+. Oggi anche i giovani cooperatori e le giovani cooperatrici parlano dell’essere Queer e del diritto a vivere senza la paura di essere discriminati/e, anche sul posto di lavoro. Ma pure in questo caso, occorre migliorare sia la consapevolezza generale, quanto la conoscenza dei diritti. Occorre continuare a lavorare contro la violenza, in ogni sua forma, a partire dal corpo delle donne, degli LGBTIQ+, delle persone fragili”. Molte le azioni che già la cooperazione intraprende da anni in modo esemplare, anche in Campania, ma molto ancora rimane da fare.
Statia Papadimitra – Vice Presidente Cooperativa Apeiron, psicologa/psicoterapia responsabile del gruppo di civile convivenza per pazienti psichiatrici, responsabile Welfare per il Progetto di accoglienza rifugiati Sai Ceraso. Formatrice in percorsi di sensibilizzazione rivolti ai giovani studenti, giovani a rischio disagio sociale e dell’area penale minorile. Da anni si occupa di progettazione nel mondo della cooperazione sociale per la realizzazione di percorsi di tutela dei diritti, pari opportunità, cittadinanza attiva e giustizia sociale attraverso pratiche di welfare community al fine di contribuire alla promozione di comunità includenti e partecipate.
Luigi Tammaro – Presidente Cooperativa Fly up impegnata nel campo delle ICT (Information and Communication Technologies). Si occupa principalmente di comunicazione, grafica e design. Appassionato da sempre di Tecnologia legata al mondo dell’Educazione, lavora da anni presso scuole di ogni ordine e grado realizzando percorsi di formazione sia per studenti che insegnanti. Socio fondatore di un’associazione di promozione sociale, si è impegnato nel corso degli anni ad attività di lotta ad ogni forma di discriminazione e per la piena inclusione delle persone.